Il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico investe nell’Ipertermia Oncologica

17 Gennaio 2020

Inaugurato a Roma, all’interno del rinnovato Polo di Radioterapia Oncologica, il centro in Italia, ad oggi l’unico, in grado di fornire Ipertermia profonda di tipo radiativo.

 

Ipertermia-radiativa-oncologica-Campus-Biomedico

 

Migliorare l’indice terapeutico dei trattamenti sistemici e loco-regionali senza incrementare la tossicità per il paziente. È questo l’obiettivo con cui è entrato in funzione lo scorso Novembre presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico il nuovo sistema Pyrexar per ipertermia profonda.

Si tratta di una tecnologia testata e supportata da numerose evidenze cliniche, con effetti benefici su diverse forme tumorali fra le più diffuse: sarcomi, pancreas, colon-retto, ma anche tumori della testa e del collo, della mammella e della pelvi. In Italia l’ipertermia è ancora scarsamente impiegata, diversamente da quanto avviene nei paesi del nord Europa e del continente americano, dove, come sottolinea il Prof. Lucio Trodella (Policlinico Universitario Campus Bio-Medico), è correntemente utilizzata come terapia antitumorale da abbinare alla chemioterapia e/o radioterapia:

 

“Siamo gli unici oggi in Italia ad avere e utilizzare un macchinario per l’ipertermia profonda di tipo radiativo, al momento diffuso principalmente nei Paesi nord-europei e nel continente americano.”

 

Nello specifico al Policlinico Universitario Campus Bio-Medico sono stati installati un sistema dedicato ai trattamenti superficiali o interstiziali (BSD 500) e uno per trattamenti mirati di ipertermia profonda (BSD 2000), vero fiore all’occhiello del rinnovato Polo di Radioterapia Oncologica. Grazie all’utilizzo di specifiche frequenze elettromagnetiche, il BSD 2000 è in grado di modulare con elevata precisione la distribuzione del calore in base a dimensione e localizzazione del tumore, potenziando così l’efficacia della chemioterapia e della radioterapia.

 

Riscaldando le cellule di un tessuto tumorale a 40-45 °C possiamo da un lato indurre la loro morte preservando quelle sane, molto più resistenti, ma principalmente rendiamo le cellule neoplastiche molto più sensibili alla chemioterapia e/o alla radioterapia, a cui quasi sempre l’ipertermia viene associata.
In questo modo migliora nettamente l’indice terapeutico senza che aumenti significativamente la tossicità per il paziente” (Prof. Lucio Trodella del Campus Bio-medico).

 

La scelta del Campus Bio-Medico di investire nella tecnologia per l’ipertermia profonda radiativa si colloca all’interno di un progetto più ampio di rinnovo e potenziamento del Polo di Radioterapia Oncologica sia dal lato delle apparecchiature tecnologiche, sia da quello del benessere di chi ha bisogno di cure.

 

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