Le caratteristiche uniche del GammaPod™ hanno permesso al team medico dell’ASUFC “Santa Maria della Misericordia” di Udine, coordinato dal Dr. Marco Trovò, in collaborazione con la SOC di Fisica Sanitaria diretta dalla Dott.ssa Eugenia Moretti, di valutare la fattibilità e la sicurezza dei trattamenti stereotassici in singola frazione della mammella nel setting pre-operatorio.
Pre-Operative Single Fraction Stereotactic Partial Breast Irradiation (S-PBI) for Early-Stage Breast Cancer Patients with GammaPod Technology: Pathological Findings and Ki-67 Evaluation. È il titolo dello studio che comparirà nel prossimo numero della prestigiosa Rivista Rossa (International Journal of Radiation Oncology, Biology, Physics) e che getta le basi per un importante passo in avanti nel trattamento del cancro alla mammella in fase iniziale, mostrando l’importanza dell’innovazione tecnologica in oncologia.
Lo studio condotto dal team dell’ASUFC “Santa Maria della Misericordia” di Udine vuole valutare la sicurezza e la fattibilità di trattamenti di radioterapia pre-operatoria S-PBI con tecnologia GammaPod nei pazienti con carcinoma mammario in stadio iniziale. L’obiettivo è analizzare la risposta tumorale ad una singola dose elevata di radiazioni attraverso l’esame anotomopatologico e l’analisi immunoistochimica del tessuto asportato chirurgicamente.
Metodo
Lo studio di Fase II ha coinvolto 49 pazienti in post-menopausa, di età superiore ai 50 anni, con tumori unifocali di tipo luminale, tutte idonee alla chirurgia conservativa.
Il protocollo di trattamento prevedeva una dose di 30-36 Gy in un’unica frazione, erogata con sistema GammaPod, seguita da intervento chirurgico a 8-28 settimane.
La risposta anatomopatologica è stata classificata come segue:
- Risposta completa (pCR): Nessuna cellula tumorale residua.
- Risposta quasi completa (nCR): Meno del 10% di cellule tumorali residue.
- Risposta parziale (pPR): Residuo tumorale tra il 10-90%.
- Malattia stabile: Oltre il 90% di cellule tumorali residue.
- “Risposta Maggiore” (Major Response) = pCR + nCR

Risultati
E i risultati ottenuti sono assolutamente entusiasmanti. Come dichiarato dal Dr. Marco Trovò, Primario della SOC di Radioterapia dell’ASUFC “Santa Maria della Misericordia” di Udine.
I risultati indicano che è possibile erogare alte dosi di radioterapia stereotassica anche a livello del tumore della mammella, quando si utilizzi una tecnologia dedicata. Vi è una correlazione tra dose erogata e risposta tumorale, e che vi è un drammatico calo del valore di proliferazione cellulare (Ki-67) dopo radiochirurgia, il quale potrebbe rappresentare un nuovo surrogato della risposta.
- Risposta Maggiore nel 37% delle pazienti, di cui il 18% ha ottenuto una risposta completa.
- La riduzione del marcatore di proliferazione Ki-67 è stata significativa:
- Pre-trattamento: 9,5%
- Post-trattamento: 2%
- I pazienti trattati con 36 Gy hanno avuto una maggiore risposta patologica (59%) rispetto a quelli trattati con 30-33 Gy (25%).
- Nessun aumento significativo delle complicanze chirurgiche.
Lo studio prosegue nel suo reclutamento e a breve sarà possibile analizzare una coorte di pazienti trattate con alte dosi di radioterapia (36 Gy in singola frazione) e operate dopo 6 mesi dalla radioterapia. Ciò ci permetterà di valutare una possibile correlazione tra tempo alla chirurgia e risposta patologica.
I passi successivi della ricerca sono due: 1. Incrementare ulteriormente la dose erogata, per ottenere maggiori tassi di risposta patologica maggiore; 2. In caso di risultati positivi, lasciare la chirurgia solo a progressione di malattia.
La strada è lunga, ma “The secret of getting ahead is getting started. Attributed to Mark Twain”
(Marco Trovò, Primario della SOC di Radioterapia dell’ASUFC “Santa Maria della Misericordia” di Udine.)
Leggi l’abstract sulla Rivista Rossa